sabato 4 agosto 2018

La caccia al tesoro

Domenica pomeriggio, è inverno, mi annoio, lui ci prova da un po', alla fine cedo. Arriva puntuale, si siede sul divano, balbetta due cose, sembra impacciato, non sa dove guardare. Per messaggio voleva fare cose barbariche, forse è a disagio perché indosso lingerie elegante e non un copricapo da Unno.

Un drink, l'aria si scalda, c'è feeling, lui si scioglie, ci prova, comincia un petting estenuante, ci gira intorno, la cerca per tre ore, la cerca anche dove non c'è, quest'uomo non ha il minimo senso dell'orientamento. E' una caccia al tesoro, non so più come indicargliela, non ho un cartello stradale a portata di mano, sono stanca, mi distraggo, inizio a pensare alle cose, il lavoro arretrato, il vestito dalla sarta, la puntata dei Jefferson alle 8.

Provo ad aiutarlo, mi spoglio io, la strada è svelata, non dovrebbe sbagliare, lui trova la porta, tira in rete, due secondi e fa goal. Lo guardo stravolta, mi guarda contento, non sembra capire, forse crede che io sia perplessa per i settanta euro di intimo buttato per terra. Poi l'illuminazione:
scusa se sono stato un po' veloce.

Mi scappa un come-se-non-fosse-successo-niente, ma in senso letterale, il suo orgoglio sussulta, tira in dentro la pancia, tenta la strada dell'attenuante, si fa acido:
scusa ma dopo tre ore di preliminari è normale che uno viene in 3 secondi, dice.

Capito? E' tutto regolare.